Stimare il giorno del parto è un po’ il pensiero di ogni mamma (ma anche di ogni papà). A lungo si è dibattuto di questo, ossia se si fosse effettivamente in grado di capire il giorno in cui il nascituro sarebbe venuto al mondo. E per quanto se ne sia parlato, finalmente la resa dei conti è arrivata: un test sulla cervice introdotto di recente potrebbe effettivamente aiutare i neogenitori a scoprire il giorno esatto in cui conosceranno il loro piccino!
Si tratta di un test somministrato alle donne che hanno un rischio elevato di parto prematuro: questo test, in pratica, sarebbe in grado di stabilire con un certo anticipo se il travaglio inizierà nella settimana successiva dopo aver raggiunto il termine ultimo della gravidanza.
Il test fa uso degli ultrasuoni per misurare la lunghezza della cervice. La cervice, anche detta collo dell’utero, non è che la porzione inferiore dell’utero. Solitamente la cervice della donna misura dai 3 ai 5 centimetri. Secondo uno studio riportato sulle pagine del British Journal of Obstetrics and Gynaecology, una volta che questa lunghezza si contrae al di sotto del centimetro, la possibilità di partorire nella settimana successiva aumenterebbe dell’85%.
Questa tecnica, cioè quella della misurazione della cervice, viene abitualmente utilizzata nei casi in cui si profila un parto prematuro, anche se fino ad oggi non era mai stato dimostrato che questo approccio fosse efficace anche nelle donne che conducono una gravidanza “regolare”. Si pensava infatti che, trascorsi i 9 mesi, tutte le donne presentassero una cervice ridotta, rendendo questo metodo di misurazione tutt’altro che attendibile per stimare un parto imminente.
E invece no, perché il team di ricerca guidato dal professor Berghella della Thomas Jefferson University di Philadelphia ha invece dimostrato come questa tecnica funzioni anche allo scadere dei 9 mesi. A patto però che la gravidanza sia appunto “regolare”, che non sia gemellare e che il piccolo abbia la testa in una posizione corretta.