Le spiagge “smoking free” d’Italia sono in netto aumento. Dopo l’approvazione, nel 2003, della legge Sirchia, che ha introdotto il divieto di fumo nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico, ecco che la campagna antifumo sta dilagando a macchia d’olio anche in quelli che non sono propriamente definibili come locali e anche in quelle aree non private.
Ne sono un chiaro esempio molti luoghi pubblici, tra cui parchi, giardini e spazi aperti, che nel corso degli anni si sono assoggettati alla tendenza smoking free vietando tout court il fumo o prevedendo aree appositamente dedicate ai non fumatori. E ora, anche le spiagge si stanno muovendo in questa direzione.
I numeri del problema sono significativi se si pensa che l’inquinamento prodotto dalle sigarette fumate sotto gli ombrelloni rischia di superare persino quello generato in una zona ad elevato afflusso di auto. Il provvedimento per le spiagge antifumo si inquadra pertanto come un atto di civiltà, nonché come un gesto di rispetto nei confronti di bambini e donne incinte che soffrono particolarmente del fumo passivo.
Nella località di Bibione, la prima a muoversi in tal senso, l’iniziativa antifumo “Respira il mare” è diventata effettiva già nel 2014, con il divieto di fumare dalla prima fila di ombrelloni fino alla riva del mare. Ora anche i bagni Sant’Antonio di Savona hanno aderito all’iniziativa, mettendo al bando le sigarette. Fumare quindi è consentito solo in due apposite aree, di cui una a ponente e l’altra a levante. Un’iniziativa del tutto simile era stata presa nel 2015 a Riccione, laddove nacque il progetto “Respira aria di mare” con un’area green riservata ai non fumatori. Per di più, in quella circostanza, il gestore aveva deciso di riconoscere uno sconto del 20% a chiunque avesse deciso di noleggiare un ombrellone nell’area non fumatori.
Insomma, per quanto la questione sia demandata alla libera iniziativa di gestori di stabilimenti balneari e di associazioni ed enti locali, sotto i nostri occhi si sta registrando comunque un dato di fatto: le spiagge smoking free d’Italia sono in netto aumento. Il lavoro da fare però è ancora molto, tanto più se consideriamo che in Francia, ad esempio, le spiagge antifumo sono già 36, e se consideriamo che anche Gran Bretagna e Stati Uniti si sono attrezzati di numerosi lidi anti “bionde”.