Ogni qualvolta si parla di nuoto neonatale non si fa altro che elogiare i tanti fattori positivi che contraddistinguono questa pratica. Ma è davvero tutto così idilliaco o forse nel nuoto in acqua si nasconde qualche insidia?
Prima di analizzare la questione anche da un punto di vista più prudente, mettiamo in chiaro una cosa: il movimento e il contatto con l’acqua sono estremamente positivi per il benessere psicofisico di grandi e piccini. Dopo di che ci sono appunto degli elementi che vanno valutati un po’ più a fondo, perché è vero anche che il nuoto neonatale non è esente da ogni rischio.
Prima di iscrivere il bambino in piscina fareste bene a valutarne lo stato di salute, e a farlo, ovviamente, con l’ausilio del personale medico. Verificare che non vi siano situazioni cliniche particolari, come per esempio patologie che interessano il sistema cardiovascolare o respiratorio, è condizione fondamentale per poter proseguire su questa linea. Se non dovessero esserci problemi di sorta, a quel punto fareste bene ad approfondire lo step successivo: l’igiene dei luoghi.
In fondo sapete bene anche voi che non sempre le piscine sono pulite come dovrebbero essere, e che anche laddove lo sono, lo sono grazie al processo di clorazione. Ma il cloro, per quanto efficace nella pulizia, non è in grado di togliere di torno tutti gli agenti patogeni che normalmente si insidiano nelle piscine e che spesso e volentieri danno luogo ad alcune infezioni. Inoltre, il cloro, per quanto innocuo sia per la pelle e i capelli, quando si presenta in quantità eccessive può provocare secchezza cutanea.
A quel punto accertatevi di fare docce frequenti e “ben fatte” ai vostri bambini, perché dell’acqua pulita, aiutata da una crema specifica, spazza via tutto ciò che è rimasto sul corpo.
Un consulto con il pediatra di famiglia e con lo staff tecnico della piscina vi sarà comunque molto utile per prendere una scelta e, magari, per valutare anche il luogo più idoneo in cui portare i vostri figli.