Non è solo la paura degli estranei che le donne devono temere: a volte il mostro si nasconde dentro casa, nella figura di un marito, di un compagno, di un fidanzato o di un parente stretto. Questi atti violenti accadono in ogni parte del mondo. Negli USA, ad esempio, sono circa 1.500 le donne uccise ogni anno da mariti o fidanzati, e circa 2 milioni quelle che subiscono sistematicamente violenza domestica da parte dei loro partner. Tutto ciò non ha scuse.
Molti esperti ritengono che non esiste un preciso profilo psicologico di un uomo che picchia la propria donna; la violenza domestica non ha confini sociali ed economici, e spesso viene manifestata come senso di potere e controllo sulle vite delle loro partner soprattutto per limitarne l’indipendenza.
Alcuni uomini sono cresciuti in ambienti familiari molto violenti, portandosi dietro questo gene che ne ha contaminato il DNA. Alcuni diventano violenti sotto l’influenza di droghe o alcool, sebbene le sostanze stesse non abbiano nessuna relazione con essa.
Per le donne liberarsi di una relazione macchiata da abusi fisici non è mai facile. Ci sono molti fattori sociali e culturali che contribuiscono ad incoraggiarla a rimanere e a cercare di farla funzionare. Spesso accade che la violenza crei una sorta di assuefazione nella mente di una donna, trasformando una vita anormale in normale. Alcune donne sono sia emotivamente che economicamente dipendenti dal loro partner, nonostante subiscano continui abusi. Le donne sono maggiormente esposte al rischio di lesioni o violenze quando si separano o divorziano da lui.
Gli abusi assumono una connotazione circolare all’interno di una famiglia: la vita ruota attorno a questo cerchio, in cui all’interno sono racchiusi sentimenti negativi come anticipazione della violenza, metodi psicologici per affrontarla e per riprendersi da essa. Anche se a volte accade che questo ciclo di abusi si interrompe con l’ammissione di colpa e i relativi rimorsi da parte dell’uomo e la reprimenda da parte della donna, la successiva ripresa può essere ancora più violenta. Questo ciclo può essere definitivamente rotto solo con la consapevolezza e l’aiuto professionale.
I bambini che assistono giornalmente a questa violenza restano enormemente traumatizzati. Oltre al rischio elevato di essere anch’essi sottoposti a violenza fisica o psicologica, gli effetti a lungo termine possono rimanere intatti nelle loro menti e trasferirsi alle generazioni future. Molti uomini sono stati bambini costretti ad assistere alla violenza perpetrata dai loro padri verso le madri, ed alcuni di loro l’hanno anche subita direttamente.
Alcune donne che da bambine hanno visto la loro madre sottoposta a violenza, tendono a sviluppare quella che viene chiamata “sindrome delle donne maltrattate”. Queste donne arrivano addirittura a credere che non c’è niente che possano fare per uscire da una relazione violenta. Sia gli uomini che le donne che provengono da famiglie in cui la violenza era di casa, possono arrivare a vedere in essa un normale modo di vivere e trascinarla nelle proprie relazioni adulte.