La seconda guerra mondiale terminò il 2 settembre 1945. 75 anni dopo, i sostenitori di un’unità speciale stanno ancora combattendo per ottenere il riconoscimento delle soldatesse statunitensi che si sono assicurate che la posta venisse consegnata in Europa. Erano membri del 6888th Central Postal Directory Battalion, l’unica unità di donne nere a prestare servizio all’estero durante la guerra.
Il colonnello dell’Esercito Edna Cummings ha studiato a fondo il ruolo che il 6888° ha svolto durante il conflitto bellico. Chiamata più comunemente “Six Triple Eight”, l’unità fu formata per smaltire la posta arretrata, che aveva raggiunto l’enorme numero di 18 milioni di plichi vari stipati in magazzini e hangar prima e dopo il D-Day del 6 giugno 1944.
“Poiché l’esercito si muoveva molto velocemente in tutto il teatro europeo, era difficile riuscire a consegnare la posta ai soldati sul campo”, ha dichiarato la Cummings. “Non c’era modo di contattare i propri cari a casa per far loro sapere che erano ancora vivi”.
Così il Six Triple Eight entrò in azione all’inizio del 1945. La Cummings ha spiegato che “il loro comandante era il maggiore Charity Adams, prima donna afroamericana ad essere stata incaricata nel Women’s Army Corps. Non aveva alcuna esperienza nelle operazioni di posta, e nemmeno il 6888°. Quindi, quando sono arrivate lì, si trattava di addestramento sul posto di lavoro”.
Per quanto riguarda la tempistica per smaltire tutto quell’arretrato, la Cummings ha affermato: “Ci sono voluti tre mesi anziché i sei previsti. Hanno formato tre turni, lavorando 24 ore al giorno, e hanno ideato un sistema per rintracciare i soldati in base al numero di serie. La sfida era che c’erano molti militari con lo stesso nome. Alcune delle lettere erano indirizzate soltanto a Junior o Buster o John Smith. Furono costrette ad aprire frequentemente le lettere per capire a chi appartenevano. In qualche modo ci sono riuscite: 65.000 plichi di posta per turno, ovvero in media circa 195.000 ogni 24 ore. Ed era solo a Birmingham, in Inghilterra. Il battaglione fu successivamente inviato in Francia dopo la sconfitta della Germania”.
La Cummings ha raccontato che “durante il viaggio in Europa, incontrarono sottomarini tedeschi. Poi, una volta atterrate a Glasgow in Scozia, la guerra non era ancora finita. Salirono su un treno per Birmingham, in Inghilterra. È lì che erano di stanza. La maggior parte di queste donne non era mai uscita di casa, figuriamoci fuori dagli Stati Uniti. Furono accolti molto bene però e non ebbero lo stesso livello di molestie e discriminazioni subite negli Stati Uniti. Sembra che queste donne avessero il senso di cosa vuol dire non essere giudicate e cosa vuol dire essere apprezzate. Però, a causa della segregazione, non potevano visitare installazioni militari che avevano attività ricreative.
Molti membri della famiglia non sapevano cosa fosse l’esperienza delle loro madri, o delle nonne o dei parenti, a causa dello stigma associato all’essere una donna nell’esercito, non solo per quelle nere, ma anche per alcune donne bianche. Alcune di loro venivano etichettate come lesbiche o prostitute. Nel complesso, l’esperienza in Europa fu piacevole. Le donne erano orgogliose del loro servizio. E l’atteggiamento era ‘Avevamo un lavoro da fare, l’abbiamo fatto bene e siamo tornate a casa”.