Donne in prima fila contro il cambiamento climatico

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Secondo l’ONU, il cambiamento climatico è la minaccia più grande del 21° secolo. Per affrontarla efficacemente e costruire società pacifiche e sostenibili, un nuovo rapporto dell’organizzazione intergovernativa suggerisce che è essenziale esaminare il legame tra disuguaglianza di genere e crisi.

Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), spiega che gli effetti della crisi climatica vanno oltre le preoccupazioni ambientali. “L’accesso disuguale al possesso della terra, alle risorse finanziarie e al potere decisionale può creare stress economico per intere famiglie in tempi di crisi, lasciando le donne sproporzionatamente esposte al rischio per la sicurezza legato al clima. Urgono soluzioni efficaci per affrontare le questioni sociali correlate in modo da garantire che nessuno rimanga indietro”.

ActionAid lavora con donne e ragazze che vivono in condizioni di povertà, particolarmente colpite dalle conseguenze del riscaldamento globale. Anche se è molto improbabile che riescano a ricoprire posizioni di potere o decisionali, sono quasi sempre responsabili di assicurarsi che le loro famiglie abbiano carburante, acqua e cibo. Se sfollate a seguito di catastrofi naturali legate ai cambiamenti climatici, il rischio di violenza di genere aumenta, lasciando le donne e le ragazze vulnerabili al matrimonio precoce, alla gravidanza adolescenziale e alla tratta.

Le Nazioni Unite suggeriscono che lo sconvolgimento causato da tali catastrofi potrebbe offrire la possibilità di assegnare alle donne ruoli di comando. Studi provenienti dal Sudan e dal Nepal affermano che gli effetti dei cambiamenti climatici hanno portato gli uomini a lasciare i loro villaggi per trovare lavoro. Ciò ha lasciato le donne a casa per far fronte alla crescente scarsità di risorse in ambienti in rapido degrado.

I cambiamenti nella demografia sociale offrirebbero quindi l’opportunità di rafforzare la leadership delle donne nella prevenzione e risoluzione dei conflitti e di potenziarle per aumentare la resilienza della comunità, secondo il rapporto.

La ricerca mostra che, quando le donne sono coinvolte nel processo decisionale a livello locale e nazionale, sono fondamentali per introdurre soluzioni attente all’ambiente. Ruoli di genere culturali spesso significano che le donne gestiscono le famiglie facendo affidamento su agricoltura e risorse naturali per il proprio sostentamento. Ciò offre loro un patrimonio di conoscenze e competenze per creare strategie per un futuro più sostenibile.

Un altro progetto pilota dell’UNEP (UN Environment Programme) in Sudan ha scoperto che la gestione delle risorse naturali e gli interventi di mitigazione del clima forniscono un forte punto di ingresso per l’emancipazione delle donne laddove sono state tradizionalmente escluse dal processo decisionale. Questo perché era già un’area in cui la loro conoscenza veniva riconosciuta come preziosa.

Mentre i paesi cercano strategie di ripresa dopo i devastanti impatti sociali ed economici della pandemia da COVID-19, il rapporto delle Nazioni Unite chiede maggiori investimenti in progetti come questo per garantire l’uguaglianza di genere e il potenziamento in luoghi in cui la pace e la sicurezza sono fragili.

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