Vulkan Street è uno dei maggiori distretti a luci rosse della Germania. Si trova a Duisburg, città della Germania nord-occidentale ed ex roccaforte industriale. Un numero crescente di donne nigeriane sta finendo lì, e i responsabili sono i trafficanti di esseri umani nigeriani.
Ad affermarlo è Barbara Wellner di “Solidarity with Women in Distress”. L’organizzazione aiuta le vittime della tratta di esseri umani e della prostituzione coatta. “Molte di queste donne sono svantaggiate, giovani, sono quasi senza istruzione e hanno solo un genitore o nessuno”, ha dichiarato la Wellner.
Donne così vulnerabili cadono spesso nelle mani dei trafficanti in Africa e passano attraverso una rete di vasta portata fino a quando non arrivano in Germania. Nel Paese, spesso finiscono nelle mani delle cosiddette “madam”, donne che le sfruttano. Prima di andare in Europa, a queste donne viene detto che il viaggio sarà costoso, ma che non sarà un problema, visto che guadagneranno tanto in Europa.
Per esercitare maggiore pressione sulle giovani donne affinché paghino una volta in Europa, spesso viene lanciato un incantesimo juju della tradizione magica dell’Africa occidentale. Questo rituale può spesso essere accompagnato da macellazioni di animali e dal consumo del loro sangue. Alle donne viene quindi detto con forza e ripetutamente che i loro parenti moriranno o si ammaleranno se non ripagheranno il loro debito o parleranno di questo accordo. Una volta sul territorio europeo, tali donne trovano spesso che la prostituzione sotto le “madam” sia l’unico modo per guadagnare i soldi da restituire.
Nel 2019, la polizia tedesca ha registrato 68 donne vittime dei trafficanti di esseri umani nigeriani, un aumento significativo rispetto all’anno precedente. Le donne nigeriane costituivano la percentuale più alta di vittime della tratta africana (61%). Sempre nel 2019 sono stati catturati anche 41 sospetti trafficanti nigeriani, circa il doppio rispetto al 2018.
Nel 2012, la Germania aderì al progetto “ETUTU” dell’UE che, in collaborazione con le autorità nigeriane, mira a reprimere i criminali del Paese che trafficano esseri umani in tutto il mondo. Un approccio transnazionale alla lotta contro questi criminali è assolutamente essenziale, poiché la maggior parte delle donne nigeriane arriva in Europa attraverso l’Italia.
Negli ultimi tre anni, oltre 20.000 donne nigeriane, molte delle quali minorenni, sono venute in Italia attraverso il Mediterraneo. L’ONU stima che circa l’80% sia vittima della tratta di esseri umani o abbia un grande rischio di esserlo. Helen Okoro era vittima di trafficanti di esseri umani. Arrivò in Italia 20 anni fa e vive ancora qui. Lavora per Casa Agata, un rifugio per donne cattoliche, a Catania.
Siccome sono tante le donne che chiedono aiuto al rifugio, coloro che ci lavorano riescono a malapena a tenere il passo. Okoro ha visto il traffico di esseri umani cambiare negli ultimi anni. Dice di essere allarmata da quanto siano diventati brutali e professionali i trafficanti.
Alcuni siciliani stanno parlando della nuova “mafia nigeriana“. Tuttavia, a differenza di quella italiana, sia gli autori che le vittime provengono dall’estero e spesso vivono ai margini della società. Alcuni giornalisti siciliani hanno accusato le autorità italiane di non aver represso abbastanza duramente queste organizzazioni di trafficanti.