Il luppolo è efficace contro il cancro al seno. O almeno così sembra sulla base di una ricerca condotta nell’Università di Chicago e pubblicata da Chemical Research in Toxycology. Risulta infatti che questa pianta, forte della quantità di l’opeina – altrimenti nota come 8-prenilnaringenina -, possa essere d’aiuto nella prevenzione di quella che è una vera e propria piaga del gentil sesso: il tumore al seno.
Una notizia questa che farà senz’altro felici tutte coloro che amano la birra, dato che come sappiamo questa bevanda vede proprio nel luppolo uno dei suoi ingredienti principali. Ma occhio a non gioire troppo: i ricercatori statunitensi hanno sì dimostrato che il luppolo sia efficace contro il cancro al seno, ma hanno altresì avvertito che per essere davvero efficace, questa sostanza vada assunta sotto forma di integratore alimentare. Quindi in capsule.
Ma come si è arrivati a questo risultato? In un certo senso la ricerca in questione è partita un po’ al contrario. Da tempo si sa che l’opeina può essere utilizzata contro i disturbi del sonno, il nervosismo, la stimolazione dell’appetito e la riduzione delle vampate di calore tipiche del periodo di menopausa; e si sapeva anche che queste proprietà erano state confermate più e più volte da diversi studi clinici.
Ebbene, i ricercatori americani volevano molto semplicemente capire se questa sostanza potesse in qualche modo risultare anche nemica della salute, ed in particolare se la sua assunzione frequente avrebbe potuto rappresentare un rischio per l’insorgenza del tumore al seno. E invece no: erano partiti con l’intenzione di dimostrare gli effetti negativi del luppolo sul fronte canceroso, e hanno invece finito col trarre una conclusione totalmente diversa! Insomma, il luppolo pare proprio essere un protettore dello stato di salute della donna e un ottimo agente capace di ridurre il rischio di sviluppare il cancro al seno.
A questo punto non ci resta da far altro se non aspettare che la ricerca di Chicago possa in qualche modo essere confermata da ulteriori studi, ma già questo primo tassello mira a comporre un mosaico senz’altro interessante.
In fondo non dimentichiamo che il cancro al seno è , a livello mondiale, il tumore che più di frequente colpisce la donna e quello che tra l’altro ha anche il più alto tasso di mortalità; l’incidenza del tumore al seno è prevalentemente diffusa in Europa e negli Stati Uniti, ma pare che casi di questo genere stiano aumentando anche in Africa e Asia. E se le nazioni più ricche hanno sviluppato ottimi metodi preventivi e delle cure efficaci riuscendo a contenere di molto il fenomeno della mortalità, la stessa cosa non la si può dire per Africa e Asia che essendo zone più povere continuano a pagare con un prezzo molto alto l’effetto di questo brutto nemico.