La piccola Beatrice Astone avrebbe compiuto 4 anni il 2 dicembre prossimo, ma purtroppo quel compleanno non arriverà mai perché la piccola è morta nella notte tra domenica e lunedì scorso. Aveva soltanto 3 anni, e negli ultimi 10 giorni era stata ricoverata presso l’ospedale della zona perché il suo respiro non faceva stare tranquilli i genitori.
I medici hanno ritenuto che la piccola fosse vittima di una forma non preoccupante di laringospasma e l’hanno perciò dimessa tranquillizzando mamma e papà che non ci fosse “nulla per cui preoccuparsi”. Peccato però che due ricoveri in pochi giorni di tempo avrebbero dovuto far riflettere quei medici che, evidentemente, hanno agito con troppa leggerezza.
I genitori erano convinti che qualcosa non stesse andando bene, che il respiro alterato e affannoso della loro bambina non poteva essere normale, che il bisogno di ricorrere al pronto soccorso a fronte di distanze temporali tanto brevi non poteva passare inosservato, e che qualcosa sarebbe potuto accadere se i medici avessero continuato a fare orecchie da mercante. E da buoni genitori, avevano ragione. Avevano capito quello che stava per accadere e nonostante il dramma, nonostante gli sforzi e nonostante lo scetticismo dei medici, non hanno potuto fare molto di più.
Tuttora l’ospedale che si è occupato di Beatrice si dice convinto che “in entrambi gli accessi al pronto soccorso pediatrico non erano state riscontrate situazioni che rendessero necessario il ricovero”. Forse però non le hanno volute vedere, queste situazioni. Perché sono passate poche ore da quando, uscita dall’ospedale, la piccola Beatrice Astone si è accasciata nel cuore della notte inalando l’ultimo respiro. I soccorsi del 118 chiamati da papà Fabio e da mamma Paola non hanno potuto fare granché, anche perché giunti sul posto si sono prontamente resi conto che la vita della bambina era ormai fortemente compromessa: la povera Beatrice Astone è morta durante il trasporto in ambulanza alle 4.30 del mattino.
E mentre un intero Paese si indigna e chiede giustizia, ancora una volta non si è riusciti a mettere mano a quella che è una vera piaga del nostro Paese: quella terribile, dilagante e omertosa malasanità.