Lo sapevate che esiste un linguaggio, con tanto di vocabolario per comunicare con bambini molto piccoli? Mi riferisco al Baby Sign Language. Ovviamente come era intuibile sia dal nome è un linguaggio dei segni.
Di solito è dopo il primo anno che i bambini cominciano a parlare, ma a quanto pare si può comunicare con loro già dagli otto mesi o addirittura dai sei. Ovviamente i termini di tale linguaggio sono legati a cose pratiche e a bisogni quotidiani e a prima vista sembrano molto utili.
Vantaggi del Baby Sign Language.
Questo linguaggio ha il compito di creare un canale di comunicazione tra i piccoli e mondo esterno. Mi riferisco principalmente ai genitori. Secondo gli esperti che sono a favore dell’insegnamento di questo sistema di segni, il Baby Sign Language ha anche altre utili funzionalità. Ve ne elenco alcune.
Serve a evitare molti dei pianti dei bambini. Almeno quelli causati da non riuscire ad esprimere i loro bisogni primari. Quindi questo sistema dovrebbe sostituire il linguaggio alle lacrime. I bambini potranno così dare una richiesta precisa piuttosto che il pianto generico nel quale sta poi a noi comprenderne il significato. Ad esempio esistono parole semplici per indicare, o meglio per permettere al bambino di indicare se ha fame o sete, se è troppo caldo o troppo freddo e cose simili.
Permette poi di avere un rapporto più profondo con il proprio bimbo o bimba e infine contribuisce al suo sviluppo cerebrale. Il fare proprio un linguaggio gestuale preciso aiuta anche lo sviluppo di quello verbale e quindi a velocizzarne l’apprendimento. Ovviamente tutto ciò dovrebbe diminuire anche la vostra frustrazione nel non comprendere subito i bisogni di vostro figlio.
Alcune regole.
I modi per avvicinarsi e mettere in pratica tale insegnamento sono disparati. Ogni pedagogista ha il suo, ma tutti sembrano concordare con alcune regole fondamentali. Eccovele.
Innanzitutto armatevi di santa pazienza e sappiate che la ripetizione è fondamentale. Ripetete e ripetete ancora i segni, senza però dimenticare mai il gioco.
Mentre si fanno e si insegnano i gesti, non dimenticate mai e poi mai di utilizzare anche la voce. Nel senso che dobbiamo ricordare che la voce e il suono restano sempre i veicoli fondamentali di quella che sarà poi la comunicazione da grandi.
Iniziate da parole semplici e di uso comune che possano essere utili all’infante quotidianamente. Usate soprattutto quelle parole che secondo voi possano essere più utili precisamente al vostro. Ad esempio quelle che lo inducono maggiormente al pianto che non è in grado di esprimere correttamente e precisamente. Ognuno conosce i propri bimbi meglio di chiunque altro.
Usate i segni quotidianamente e non solo una tantum.
Nel caso sceglieste di voler utilizzare questo linguaggio, chiedete anche agli altri membri della famiglia, amici e parenti che vedono spesso il piccolo di impararli. Così che vi possano aiutare nella ripetizione e nel permettere una comunicazione “generale” e non solo con voi che siete “l’insegnante”.
Aumentate i segni volta per volta quando siete sicuri che abbia appreso quelli con cui avete iniziato.
Non tutti sono d’accordo.
Secondo alcuni il sistema migliore è quello frontale. Il bimbo si trova di fronte al genitore che, usando la parola da imparare, lo imita. Secondo altri, il modo migliore è di avere il proprio bimbo seduto sulle gambe con la schiena sul vostro stomaco e facendogli muovere le braccia gli si fanno formare i segni.
Alcuni pensano che il cantare o il creare filastrocche sui segni possa aiutare.
Non tutti però sono d’accordo con questo metodo. Altri pedagogisti, psicologi e addetti ai lavori credono che unire il gesto alla parola possa distogliere l’attenzione da uno dei due. Secondo loro si penalizzerebbe maggiormente la seconda. Ritardando il tempo in cui il bimbo apprende il linguaggio verbale. Altri ancora dicono che non ci siano cambiamenti sostanziali nella differenza tra usare questo linguaggio e non usarlo. In sostanza asseriscono che la scelta di utilizzarlo o meno non influisca assolutamente sullo sviluppo cerebrale.
Molte madri pensano che tale sistema sia fallace in quanto creato proprio per venire in aiuto. Quasi come se facesse leva sul senso di insicurezza che molte donne possono provare nel dover allevare i figli. Secondo loro renderebbe i genitori che lo usano dipendenti da esso. Allo stesso modo alcune si scagliano contro il vocabolario del linguaggio. Affermano infatti, che non è una cosa giusta che tutti i bambini usino lo stesso linguaggio e che in tal modo si perda quella che è l’unicità dei segni tra la madre e il proprio specifico piccolo. Altre ancora esprimono la loro perplessità sul metodo in quanto lo accusano di eliminare tutta quella parte legata all’intuito materno che comunque resta fondamentale.
Nel caso foste interessate/i trovate qui un sito molto ben fatto, nel quale trovate il dizionario delle parole del linguaggio e video brevi e semplici da imparare su come fare i gesti per insegnare il Baby Sign Language.
Il sito è Babysignlanguage.com, purtroppo è tutto in inglese, ma è tutto molto semplice e intuitivo per chi avesse difficoltà con la lingua inglese.