Per alcune donne in gravidanza può risultare di grande aiuto ricorrere alla musicoterapia, ovvero ad una sorta di disciplina che permette alla mamma di rilassarsi durante un periodo che inevitabilmente è ricco di tensioni, ma soprattutto ad una disciplina che si ritiene avere particolari benefici anche per il piccolo che sta ancora nella pancia. D’altronde anche su di noi la musica libera un effetto molto rilassante, di conseguenza perchè mai non dovrebbe funzionare per quel che riguarda i due principali attori di una dolce attesa?
Le mamme che non possono permetterselo ricorrono a una sorta di fai-da-te reso agevole anche grazie a Internet e ai manuali facilmente reperibili in libreria, mentre invece chi ha modo di farlo decide di affidarsi a un corso di musicoterapia. Fatto sta che indipendentemente dalla scelta, l’effetto della musica su mamma e nascituro è comunque utile, potente e benefico. Perchè una buona disciplina di musicoterapia non si basa mica solo sull’ascolto della musica, ma fa sue anche determinate tecniche di rilassamento e di respirazione che insieme al suono mirano a creare un ambiente favorevole al benessere mentale.
Dobbiamo sapere, infatti, che il feto sviluppa la facoltà dell’udito a cavallo tra la ventisettesima e la trentesima settimana: in questa fase il piccolo comincia a reagire allo stimolo che proviene dall’esterno tramite la musica, ma anche tramite la voce di mamma e papà (non molto tempo fa abbiamo trattato proprio il tema della comunicazione che dovrebbe aver luogo tra neogenitori e figlio durante la gravidanza: Gravidanza: il bambino sente e ricorda i suoni dal pancione?).
Nonostante l’udito si sviluppi in questo periodo, è comunque importante avviare un percorso di musicoterapia anche prima, perchè spiana il terreno verso un maggior sviluppo dell’udito da parte del nascituro e al contempo concede alla mamma dei meritati spazi di relax! E’ poi ovvio che il senso vero e proprio della musicoterapia lo si abbia negli ultimi mesi di gravidanza, laddove la musica può essere utilizzata come mezzo di comunicazione privilegiato da accompagnare agli altri stimoli che provengono dall’ambiente circostante.
Un corso di musicoterapia di conseguenza si basa sì sull’ascolto di musiche, motivetti e melodie varie, ma chiama in causa anche il cosiddetto “canto prenatale”: si tratta in poche parole di unire in un unico elemento lo strumento della musica e quello della comunicazione perpetrata per mezzo dei genitori. Con il canto prenatale, infatti, sono i genitori stessi a canticchiare filastrocche e canzoncine di vario genere al loro bambino! Un buon corso di musicoterapia per la gravidanza prevede non a caso un capitolo mediante il quale sia a mamma che a papà viene fatta insegnare la modulazione della propria voce.
Ma come sono le melodie che vengono utilizzate dalla musicoterapia? Sicuramente lente e rasserenanti, anche perchè non potrebbero essere altrimenti se l’obiettivo che si prefiggono è quello di rilassare, di rievocare bei momenti e di raggiungere il benessere per il corpo e la mente!
E’ necessario uno sforzo davvero ridotto e per nulla impegnativo per liberare effetti benefici sulla mamma che si ritrova a dover vivere nove mesi di pura tensione, di dolori, di alterazioni del proprio status di salute e di continui scombussolamenti; ma entrare in contatto con i motivetti musicali è importante anche per il bambino proprio per le ragioni che abbiamo motivato poco più sopra. Nessuna magia: è storicamente e scientificamente comprovato che la musica non sia soltanto un agglomerato di note, non sia solo sinonimo di pentagramma o di strumenti musicali, ma è un vero e proprio toccasana per il corpo e la mente della persona. D’altra parte prime forme di musica risalgono a moltissimi anni fa e animano da sempre i riti spirituali o culturali delle tribù più antiche: saremmo forse pronti a rinnegare una delle convinzioni più antiche della storia umana per altro rese realistiche da autorevoli ricerche?