L’assegno di maternità, confermato anche per quest’anno, è un contributo che viene riconosciuto alle donne disoccupate che, come dice il nome stesso, sono anche madri di uno o più bambini. L’assegno viene corrisposto per cinque mensilità ed erogato a cittadini italiani e stranieri, con regolare permesso di soggiorno, che si ritrovano senza un posto di lavoro a seguito di un parto, di un’adozione o di un affidamento preadottivo.
Oltre alla cittadinanza, alla disoccupazione e alla neogenitorialità, c’è un altro requisito che bisogna soddisfare prima di poter accedere al contributo, e cioè non superare il limite Isee stabilito dall’Inps mediante apposita circolare: la circolare aggiornata alla scorsa primavera afferma che il reddito Isee deve essere uguale o inferiore a 16.954,95 euro. Superata questa cifra, infatti, il beneficio dell’assegno di maternità decade automaticamente.
Una volta controllati e soddisfatti tutti i requisiti di sorta, la domanda per l’accesso al contributo può esser fatta direttamente presso il proprio Comune di residenza entro 6 mesi dal parto o dall’ingresso in famiglia del minore (in caso di adozioni e affidamenti). Alla domanda vanno allegati il modello Isee, utile appunto per dimostrare il soddisfacimento del requisito legato al reddito; e poi documento di identità del titolare del diritto e documenti del bambino per il quale si fa la richiesta.
Se dopo un controllo risulterà che i requisiti siano stati soddisfatti a dovere, l’assegno di maternità verrà erogato in un’unica soluzione entro quattro mesi dalla data di presentazione della domanda. Come dice il termine stesso, i soldi arriveranno tramite un assegno, del valore di 338,89 euro circa: dal momento in cui la normativa prevede il riconoscimento di cinque mensilità, e dal momento in cui i soldi vengono dati tutti sotto forma di unica soluzione, i soggetti beneficiari riceveranno in una volta sola i 338,89 euro moltiplicati, appunto, per cinque.
Questi 1,695 euro circa potranno poi essere spesi per sopperire alle spese legate all’arrivo in famiglia di un nuovo arrivato. L’importo dell’assegno di maternità comunale subisce comunque una rivalutazione su base annua che tiene conto dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Attenzione infine a non confondere questa misura con l’assegno di maternità dello Stato. L’assegno di maternità comunale infatti si rivolge solo ed esclusivamente alle madri disoccupate e viene liquidato dall’Inps, mentre invece l’assegno di maternità dello Stato è riservato a lavoratori atipici e discontinui che si trovano in una condizione di precarietà lavorativa, e per quanto debba passare il vaglio dell’Inps, dal punto di vista finanziario rimane a carico dello Stato.