Lo sport è importante per i grandi e lo è ancora di più per i bambini. Molti genitori si chiedono se sia il caso di far praticare sport al proprio figlio e, nell’eventualità, per quale tipo di attività optare. In realtà lo sport che viene scelto è proprio quello che, a seconda delle circostanze, viene ritenuto il più facile da gestire dai genitori, magari per via degli orari, della vicinanza da casa e da altri fattori squisitamente pratici.
Scegliere l’attività sportiva da far praticare ai propri figli, però, dovrebbe presupporre che siano loro stessi al centro di tutto e non le comodità della famiglia. Tra l’altro, indipendentemente dalla scelta che verrà fatta, è fondamentale che non si carichino i bambini delle ambizioni dei più grandi: lo sport dovrà essere una valvola di sfogo per i figli, nonché un’opportunità per far sì che possano tenersi in salute e in contatto con gli altri.
Tutto il resto, come l’aspirazione che un giorno i propri figli possano diventare dei campioni, non solo non c’entrano nulla, ma sono assolutamente deleterie. Quindi bisogna lasciar giocare il bambino, lasciare che si diverta e si sfoghi, che sia felice di fare quello che fa: con il tempo sarà lui stesso a capire e ad orientarsi verso lo sport più adatto alla sua personalità. E capirà soprattutto se vorrà o meno prendere tutto ciò sul serio o se relegherà l’attività fisica come semplice valvola di sfogo.
L’età ideale verso cui i genitori possono avviare i figli allo sport è attorno ai cinque-sei anni: a quest’età i bambini hanno uno sviluppo motorio e armonico del corpo, uno sviluppo che gli consente di interagire con moltissimi sport e di trarne beneficio dal punto di vista delle ossa, dei muscoli e della stessa psiche. Infatti, è proprio intorno ai cinque anni che i bambini sviluppano la consapevolezza di sé, della loro individualità e del bisogno di distaccarsi dai genitori.
Lo sport, quindi, rappresenta sempre e comunque un’ottima occasione per veicolare tale cambiamento. Per dargli corpo e permettergli di realizzarsi.